26 aprile 2016

Ringraziamenti

Li ho già scritti sul libro ma essendo ringraziamenti sentiti li riporto anche qui.

Le persone a cui attraverso l’autore questo romanzo deve qualcosa sono tante che sarebbe impossibile elencarle tutte, quindi questi brevi ringraziamenti si limiteranno a quelli che hanno avuto un impatto diretto sulla realizzazione.
Grazie a mia moglie Gemma per l’aiuto con la documentazione storica e per aver suggerito alcuni ritocchi alla prima versione.
Grazie a Diego per aver addentato i primi assaggi per vedere se erano digeribili.
Grazie a Natale (aka @3hillhook su Twitter, aka @VecioBaeordo altrove in rete) per essere stato il mio primo lettore del romanzo completo e per avermi segnalato diversi passaggi da migliorare.
Grazie ad Alberto “Bebo” Guidetti per aver scritto una prefazione che fa commuovere, in tutti i significati del termine.


A quelli già stampati ne aggiungo acluni altri, iniziando da due che nella confusione del pre-stampa avevo dimenticato: Grazie a Sara per la consulenza medica e a Lucas e per quella sull'architettura di fine '800.
E poi, non guardando alla realizzazione del libro ma al comunque importante contorno, grazie a Davide e Ileana per "Trentamila morti più tre", grazie a Simone per il lancio su Carmilla e a Daniele per quello su Maz,, grazie a Dario e Gianlu per l'intervista a radioblackout e a @LouPalanca 1 per la recensione (pubblicata anche quella su Maz Project).
E per finire grazie a tutti quelli che lo leggeranno, e ancora di più a chi vorrà commentare, qui o su anobii

P.S: A quanto mi risulta la distribuzione sta andando molto a rilento, me ne scuso e chiedo pazienza.

10 aprile 2016

On Air

Venerdì scorso, 8 aprile, sono stato ospite della trasmissione Metix Flow sulle frequenza di Radio Blackout per parlare del mio romanzo. Grazie ai conduttori Big Bro e Gianluca abbiamo il podcast e chi se lo fosse perso può scaricare da qui l'audio dell'intervista. Dura circa 45 minuti, intermezzi musicali compresi.
Purtroppo la modalità di acceso con google drive non è comodissima, me ne scuso.

5 aprile 2016

Anversa, 4 settembre 1870

In attesa di andare, venerdì, a presentare il libro a Radio Blackout, vi propongo un altro assaggio dopo quelli apparsi su CarmillaOnLine e MazProject. Quello che trovate sotto è il capitolo in cui esordisce Eugene Varlin.
Varlin aveva dovuto lasciare la Francia nell'aprile 1870 in seguito alla persecuzione giudiziaria nei suoi confronti, lo scoppio della guerra Franco-Prussiana lo trova in Belgio, ad Anversa, ed è da qui che parte la sua vicenda.
Questo è anche il capitolo a cui si abbina il primo brano della colonna sonora


Anversa, 4 settembre 1870
Qualcuno taccerà di infantilità questo mio comportamento, e se lo facesse io non potrei affermare che abbia torto, ma non per questo ho intenzione di modificarlo. Per me oggi è stato il giorno di una nuova nascita, quindi un comportamento infantile mi deve essere concesso, almeno oggi. Domani forse abbandonerò questo diario che sto iniziando, ma in questo momento mi pare giusto fermare su queste pagine i miei pensieri, e pensare di farlo giorno per giorno nei prossimi mesi, che saranno sicuramente un periodo di grandi cambiamenti.
Questa mattina i giornali riportavano la notizia della cattura di Napoleone III da parte dell’esercito prussiano, e della proclamazione della terza repubblica; questi fatti, così importanti per ogni francese così come per ogni uomo o donna che abbia a cuore la libertà, lo sono, egoisticamente, ancora di più per me. La mia condanna non è stata cancellata, ma non voglio credere che in una nazione che si proclama Repubblica si possa dar seguito ad una condanna inflitta per il solo fatto di aver fatto parte di un’associazione dichiarata illegale da un tiranno, forse neppure più pienamente lucido. Credo, voglio credere, che non vi sia più un motivo per il mio esilio, e dunque, dopo aver passato tutta la giornata di oggi in preparativi, domattina prenderò il sacco che è già pronto accanto al mio letto, riattraverserò quel confine che ho dovuto passare quattro mesi fa e punterò verso Parigi, per riunirmi a quanti ho lasciato a lottare contro un nemico che, per quanto mostri volti diversi, è sempre il medesimo. Credo non sarò l’unico a farlo.
Questi quatto mesi sono stati per il mio animo la peggiore sofferenza che ricordi. Dopo le retate di primavera, convinto dai miei compagni che in quella situazione la mia permanenza non sarebbe stata di giovamento per alcuno, sono fuggito dalla Francia. La condanna di luglio ha aggiunto ulteriori motivazioni al mio esilio, e sono del tutto convinto che quella scelta sia stata giusta, ciononostante in questi mesi ho continuato a sentirmi un disertore, anche perché, da quando sono in questa città, ho saputo rendermi ben poco utile. Ho scritto alcune lettere, parlato con alcuni compagni, ma non sono riuscito a realizzare alcunché di concreto; persino per il mio alloggio e per i pasti dipendo ancora dai risparmi che ho portato con me lasciando Parigi, e soprattutto dalla generosità dei compagni. All'inizio non riuscivo a capacitarmi di questa mia inattività, mi ripetevo che per un membro di un’associazione che si dice internazionale non poteva fare differenza trovarsi in Belgio anziché in Francia; ho poi capito che in realtà non era quello il discrimine, bensì il fatto di trovarsi sradicato, in una città che non conoscevo e in cui mi auguravo di non dover restare troppo a lungo. Ma oggi per fortuna tutto ciò non ha più importanza, da domani potrò tornare ad essere parte della nostra grande lotta.
Dalle notizie che giungono da sud la situazione della guerra pare disperata. Dopo la sconfitta dell’altro giorno, che ha portato all'abdicazione del tiranno, il grosso di quanto rimane dell’esercito è assediato, parte a Metz, parte a Strasburgo, e difficilmente potrà tenere a lungo quelle due città. Tutto quanto possono fare quegli uomini è resistere, per dare a Parigi il tempo di riorganizzarsi ed essere pronta a combattere i prussiani quando volgeranno in quella direzione.
Per conto mio spero mi sia dato almeno il tempo di tornare in città, prima che venga circondata; se ci sarà un assedio, come ormai pare probabile, doverlo vivere da lontano mi farebbe sentire ancora più colpevole per la mia fuga. Ma questo non succederà, domani lascerò Anversa, già prima di sera tornerò a sentir parlare la mia lingua, e il giorno successivo sarò di nuovo a casa.

30 marzo 2016

Prefazione

Da ieri Rossa come una ciliegia è uscito ufficialmente, si può comprare o ordinare in libreria o online (vedi colonna destra).
Per accompagnare l'uscita pubblico anche qui la prefazione scritta da "Bebo" Guidetti. Si dice che "La prefazione è quella cosa che si stampa per prima, si scrive per ultima e non si legge mai", nel novanta per cento dei casi sono daccordo, ma in questo faccio un'eccezione perchè quella che ha scritto Guidetti per il romanzo suona davvero in modo molto diverso da una prefazione tradizionale, e vale davvero la pena.
Anche se di questo ci si rende conto meglio avendo letto il libro, quindi mi sa che dovrete proprio leggerlo...

Cara Ann,
avrei avuto bisogno forse anche io di scriverti, di avere sogni più rivoluzionari, sogni più rossi delle ciliegie stesse. Ho pensato spesso che avrei dovuto osare di più, ancora che scrivo queste righe ci sono occhi verdi su cui osare di più e mi manca sempre un guizzo in più. Qualcosa. Resta sempre troppo poco tempo tra le dita, scorre lungo i bordi delle cose come diceva Mimì con i Massimo Volume, tra ritagli di carta, marciapiedi, polvere del presente che diventa già passato.
Se fosse possibile non soffrire ed evitare ogni giorno i drammi e le atrocità sarebbe forse priva di alcuni sensi questa vita, ed un plotone di possibilità è quello davanti cui ci schieriamo ogni giorno e che immancabilmente recriminiamo, un recinto di piccole infelicità infondate che esistono solo nel mondo dei nostri pensieri. Come rianalizzare costantemente ciò che poteva essere e che non è, che forse non sarà. Sarebbe stato da combattere tutto con più forza, con i pugni più chiusi e gli occhi più aperti, con il cuore più in ascolto a pompare questo sangue rosso che molte volte sembra essere più nero che rosso, più disperazione che ciliegie.
C’è bisogno di prendere il coraggio a due mani e se le mie non basteranno, Ann, chiedo le tue mani bianche per aiutarmi.

Alberto “Bebo” Guidetti



24 marzo 2016

Una canzone

Una cosa che non mi sarei proprio aspettato quando scrivevo Rossa come una ciliegia è che qualcuno si ispirasse alle mie pagine (direi in particolare le ultime) per scrivere una canzone. E invece è successo, e il pezzo si intitola Trentamila morti più tre.
Buon ascolto

17 marzo 2016

Cronologia

Al romanzo un inizio ed una fine bisognava per forza darglieli, però la trama non è indipendente da quel che è successo prima della sua prima pagina. Per questo può essere utile questo breve elenco di eventi storici che avvengono prima del romanzo e che, in un modo o nell'altro, vanno ad incidere sulle sue vicende

- 1 gennaio 1800 Robert Owen assume la direzione del cotonificio di New Lanark (Scozia), iniziando in quella comunità il suo grande esperimento sociale
- 26 febbraio 1802 A Besancon nasce Victor Hugo
- 1825. Dopo lunghi dissidi con i soci Robert Owen lascia la direzione di New Lanark
- 29 maggio 1830, a Vroncourt-la-Côte nasce Louise Michel
- 27 luglio 1830. A Parigi la Rivoluzione di luglio rovescia definitivamente la monarchia dei Borbone, al potere sale Luigi Filippo d'Orleans
- 5 ottobre 1839, a Claye-Souilly nasce Eugene Varlin
- 1840 Pierre-Joseph Proudhon pubblica 'Qu'est-ce que c'est la propriété?' ('Che cos'è la proprietà?'), la tesi sostenuta dal libro è che "la propriété, c'est le vol" ("la proprietà è un furto")
- 22 febbraio 1848 Una nuova Rivoluzione depone Luigi Filippo d'Orleans
- 20 dicembre 1848 Carlo Luigi Napoleone Bonaparte viene nominato presidente della repubblica
- 2 dicembre 1851 Colpo di stato di Luigi Napoleone Bonaparte. Victor Hugo, che era tra i suoi oppositori, viene esiliato.
- 2 dicembre 1852 Luigi Napoleone Bonaparte viene nominato imperatore dei francesi, col nome di Napoleone III
- 1862-66 Guerra tra Francia e Messico
- 28 settembre 1864 A Londra si apre la I Internazionale dei lavoratori
- 1867 Esposizione universale di Parigi
- 5 luglio 1870. Con il dispaccio di Ems Napoleone III pretende scuse ufficiali dalla Prussia per aver proposto la candidatura al trono spagnolo di Leopoldo di Hohenzollern-Sigmaringen (proposta già ritirata), minacciando la guerra in caso di rifiuto. La Prussia rifiuta di scusarsi.

10 marzo 2016

Luoghi

Le vicende del romanzo per la maggior parte si svolgono a Parigi e dintorni (anche se alcuni capitoli sono ambientati in luoghi abbastanza lontani), i nomi dei luoghi sono in buona parte gli stessi anche oggi, anche se non del tutto: di certo allora non esisteva una Square Louise Michel davanti alla basilica del Sacro Cuore, anche perchè la stessa basilica fu costruita solo dopo gli eventi narrati. Di certo però anche i luoghi che non hanno cambiato nome in 140 anni non assomigliano certo a come erano allora, per questo scrivendo mi sono aiutato con due mappe dell'epoca:
Quella di Parigi
E quella dei dintorni

Se invece volete avere una visione di come sono oggi i principali luoghi in cui è ambientata la vicenda, o da cui si originano eventi che vi influiscono, potete curiosare su questa mappa.