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13 giugno 2016

Una recensione

Sabato ho partecipato a "Una montagna di libri nela valle che resiste", nel preparare l'evento una delle volontarie che collaborano all'organizzazione dell'evento ha scritto una scheda/recensione che mi è piaciuta moltissimo e che ripubblico qui

Il romanzo è bellissimo, avvincente, puntuale e struggente, scritto con una grande varietà di stile e continui cambi di registro, ritmo e lessico, in perfetto accordo con la complessità delle vicende narrate.
La struttura stessa è in effetti una tessitura di punti di vista (e dunque di stati d'animo, contraddizioni, sguardi sul possibile e sull'impossibile...) che proiettano il lettore nel qui e ora degli eventi in un modo continuamente differente e via via sempre più interno e compartecipe, ma, con una prospettiva quasi brechtiana, al lettore non è mai chiesto (o concesso) di identificarsi e coinvolgersi fino al punto di perdere la propria lucidità critica.
Sin dal prologo, caratterizzato da una atmosfera rarefatta dove lo sguardo plana su una surreale Parigi e mette a fuoco lentamente la realtà con incertezza, ambivalenza, inquietudine, si è trascinati nel vortice degli eventi in un progressivo turbinare (o cadere?) dalla sospensione iniziale fino alla catastrofe finale, che non è "solo" la disfatta del sogno della Comune, ma ha, ovviamente, echi ben più remoti .... Eppure, il rumore sordo della caduta, non è l'ultimo suono che sentiamo nel chiudere il libro, che a sorpresa consegna al futuro (o forse al presente?) un sussurro clandestino destinato ad attraversare il tempo...e le disfatte ...e proseguire...oltre.
Un altro merito dell'autore (che non conosco e di cui non ho letto altro, quindi non so se sia stata una sua precisa intenzione o meno) è la capacità di sapersi rivolgersi a diverse "tipologie" di lettori, mantenendo un perfetto e non scontato equilibrio tra la dimensione drammaturgica (attraverso l'intreccio degli eventi, delle vite dei personaggi, delle scene d'azione quasi cinematografiche e per nulla banali), la dimensione contemplativa e poetica (con sospensioni dello sguardo, pennellate e tratti descrittivi, che rendono la vicenda universale, umana e collettiva..), la dimensione socio-politica (attraverso pagine più riflessive o accorate in cui sono messe a nudo tutte le contraddizioni, le incertezze, gli errori, le occasioni perse e i conflitti interiori dei personaggi..) e infine la dimensione storica (con l'interessante escamotage di non rivelare da subito l'identità dei personaggi storici, ma facendoci prima vivere il loro quotidiano, ascoltare il loro respiro, sognare o dubitare accanto a loro, per poi assistere al compiersi del loro destino). Quest'ultimo aspetto ne fa secondo me un libro da consigliare in particolare ai più giovani,agli studenti, poiché strappa i protagonisti (da quelli anonimi a quelli più celebri..) al nozionismo inutile e deleterio dei libri di testo e ne riscatta l'umanità e la dignità restituendo lo spessore e il cuore del loro vissuto in quei mesi cruciali, ammiccando a sua volta alla crucialità del nostro presente e alla urgenza di una presa di coscienza che non ripeta gli errori del passato ma ne conservi la linfa.
Elisa Ribichini

26 maggio 2016

Prossime presentazioni

Brevissimo post per ricapitolare le prossime presentazioni del libro.

Sabato 11 giugno a Bussoleno, non proprio una presentazione ma partecipo ad una tavola rotonda per la quinta edizione di Una montagna di libri contro il TAV. L'rario ancora da definire. E domenica 12 al mattino come tradizione si fanno le letture alle reti.

Martedì 14 giugno alle 18.30 sarò aTorino alla libreria Aut

Giovedì 7 luglio alle 19 (in un primo tempo era organizzato per il 30 giugno) a Torino alla libreria Libridabottega, in via Romani 0/A

Spero di incontrarvi in una di queste occasioni. O anche in un'altra.