Sabato ho partecipato a "Una montagna di libri nela valle che resiste", nel preparare l'evento una delle volontarie che collaborano all'organizzazione dell'evento ha scritto una scheda/recensione che mi è piaciuta moltissimo e che ripubblico qui
Il romanzo è bellissimo, avvincente, puntuale e struggente, scritto con una grande varietà di stile e continui cambi di registro, ritmo e lessico, in perfetto accordo con la complessità delle vicende narrate.
La struttura stessa è in effetti una tessitura di punti di vista (e dunque di stati d'animo, contraddizioni, sguardi sul possibile e sull'impossibile...) che proiettano il lettore nel qui e ora degli eventi in un modo continuamente differente e via via sempre più interno e compartecipe, ma, con una prospettiva quasi brechtiana, al lettore non è mai chiesto (o concesso) di identificarsi e coinvolgersi fino al punto di perdere la propria lucidità critica.
Sin dal prologo, caratterizzato da una atmosfera rarefatta dove lo sguardo plana su una surreale Parigi e mette a fuoco lentamente la realtà con incertezza, ambivalenza, inquietudine, si è trascinati nel vortice degli eventi in un progressivo turbinare (o cadere?) dalla sospensione iniziale fino alla catastrofe finale, che non è "solo" la disfatta del sogno della Comune, ma ha, ovviamente, echi ben più remoti .... Eppure, il rumore sordo della caduta, non è l'ultimo suono che sentiamo nel chiudere il libro, che a sorpresa consegna al futuro (o forse al presente?) un sussurro clandestino destinato ad attraversare il tempo...e le disfatte ...e proseguire...oltre.
Un altro merito dell'autore (che non conosco e di cui non ho letto altro, quindi non so se sia stata una sua precisa intenzione o meno) è la capacità di sapersi rivolgersi a diverse "tipologie" di lettori, mantenendo un perfetto e non scontato equilibrio tra la dimensione drammaturgica (attraverso l'intreccio degli eventi, delle vite dei personaggi, delle scene d'azione quasi cinematografiche e per nulla banali), la dimensione contemplativa e poetica (con sospensioni dello sguardo, pennellate e tratti descrittivi, che rendono la vicenda universale, umana e collettiva..), la dimensione socio-politica (attraverso pagine più riflessive o accorate in cui sono messe a nudo tutte le contraddizioni, le incertezze, gli errori, le occasioni perse e i conflitti interiori dei personaggi..) e infine la dimensione storica (con l'interessante escamotage di non rivelare da subito l'identità dei personaggi storici, ma facendoci prima vivere il loro quotidiano, ascoltare il loro respiro, sognare o dubitare accanto a loro, per poi assistere al compiersi del loro destino). Quest'ultimo aspetto ne fa secondo me un libro da consigliare in particolare ai più giovani,agli studenti, poiché strappa i protagonisti (da quelli anonimi a quelli più celebri..) al nozionismo inutile e deleterio dei libri di testo e ne riscatta l'umanità e la dignità restituendo lo spessore e il cuore del loro vissuto in quei mesi cruciali, ammiccando a sua volta alla crucialità del nostro presente e alla urgenza di una presa di coscienza che non ripeta gli errori del passato ma ne conservi la linfa.
Elisa Ribichini